Notte bianca del libro 2017

Il Mediterraneo e Noi

Questo lungo viaggio immobile che chiamiamo leggere

Scarica il programma della Notte bianca del libro 2017: https://docs.wixstatic.com/ugd/5b7ba8_5cde593b08954122a3df628d872ccf46.pdf

 

Essere porto

Dallo scorso anno “La Notte” ha un filo rosso che la tiene. Abbiamo immaginato, non è stata dura farlo, che Potenza sia un porto a 819 metri sul livello del mare. Si un porto  di questo mare, il Mediterrraneo, che non è un mare. E’ un luogo di acque creato dai Paesi che si sono fatti attorno, un luogo promessa di riconciliazione e non, come ora, di rifiuto in ogni senso e di guerre che sembrano non finire mai. Si un porto perché noi diamo retta a Erri De Luca “Quassù c’erano pesci, coralli, conchiglie. Dei loro resti sono fatte le montagne. A chi dice che siamo montanari, rispondo che avevamo il mare prima di loro. Lo dimostro con il pescato inciso sulla faccia della pietra, il calco di una lisca, di una valva di ostrica”.

L’anno scorso abbiamo fatto incontrare il porto di Potenza con quello di Napoli. Quest’anno vogliamo unire Potenza con un Paese, Israele attraverso la musica popolare ebraica reinterpretata da Gabriele Coen.

Da quest’anno alla parola  “porto” aggiungiamo  il NOI , la conferma che tutti cerchiamo che senza il

NOI nulla può essere cambiato e la nostra città potrà riavere la sua anima.

E non è finita qui.

Vogliamo far partire il nostro “Premio Internazionale delle città del Mediterraneo

Non si può premiare il Mediterraneo e le sue Città, non vogliamo neanche farlo. Il Mediterraneo e le sue città non sono per “letti di sera” solo dei luoghi, rappresentano la storia della civiltà occidentale, dei nostri valori, della nostra quotidiana “utopia positiva”, dei suoi drammi.

Un orizzonte di lettura della contemporaneità, una chiave di pratica del postmoderno che ci riporti la linearità del tempo “dell’africano” Agostino di Ippona, ci riconsegni una prospettiva temporale in cui passato e futuro ricomincino a contare almeno quanto la drammaticità del quotidiano.

Noi vogliamo premiare la ricerca, i colori della pace e dell’arcobaleno, il valore della pacifica ibridazione delle culture e delle razze, il sogno di una geografia fatta di strade, di acqua o di terra, che inviti al viaggio, alla conoscenza, alle emozioni, al rispetto reciproco. E le Città, anche se lontane dal mare, ritornino ad essere “porti” luoghi di scambio e di incontri, di sogni e progetti realizzati, cantieri di idee e di “fatti”. Anche questo “premio” non è un premio, un rito, una celebrazione, è un luogo di incontro di linguaggi, di progetti, un “hub” in cui convergano e da cui ripartano tante “rotte”.

Dopo “La Notte bianca” ancora e ancora incontri da settembre in poi.

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